Madonna delle Gioie (Madonna con Angeli oranti) sec. XIV

 

 

Madonna delle Gioie (Madonna con Angeli oranti)

La Confraternita intitolata alla Madonna delle Gioie venne fondata a Lugnano in Teverina (Umbria), dal sacerdote Quintilio Vaniccelli nel 1610, in lode delle grazie donate alla Vergine, depositaria di tutte le ricchezze del cielo ovvero “Gioiello Celeste”; la Confraternita ebbe diffusione e crebbe in proseliti. Allorché il sacerdote fondatore Quintilio Vaniccelli venne spostato a nuovo incarico nella Basilica di San Lorenzo in Damaso, trasferì a Roma nel 1615 la Confraternita e l’immagine della Vergine che ne costituiva il perno devozionale. La ricorrenza della Madonna delle Gioie era fissata alla domenica successiva alla festività dell’Assunta (15 Agosto) e ne concludeva le celebrazioni. Giovanni Battista Bovio descrive l’attività della Confraternita che aveva sede in una “cappella a lei dedicata nella sacrestia primaria” (Ádám Poós, San Lorenzo in Damaso, Roma 2015 p. 43) e veniva adornata di drappi e lucerne. L’immagine costituisce l’assemblamento di tre tavole unite, non omogenee dal fondo dorato in cui è raffigurata la Vergine in trono, circondata dagli angeli, (Giovanni Battista Bovio, La Pietà Tronfante… Roma 1729, pp. 138-141); il dipinto nel 1924 venne spostato in sacrestia ed attualmente è posto in chiesa nella parete di sinistra.

 

 

 

 

 

 

 

Il Bovio non pone responsabilità attributive all’opera che nell’ottocento viene assegnata a Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (1552-1626). In realtà il lessico tardo manierista del Roncalli e l’attività artistica che esplica con tecniche comprensive della pittura su tela e dell’affresco, costituiscono la base per circoscrivere la datazione della Madonna delle Gioie all’ambito umbro nel XIV secolo. In origine i tre frammenti dovevano far parte di un polittico smembrato e la riduzione è stata oggetto di pesanti ridipinture e rimaneggiamenti come visibile nei festoni fioriti nelle vesti damascate degli angeli, nei volti e nell’incarnato della Vergine e degli Angeli. L’opera si definisce come trasformazione devozionale di un manufatto pittorico di scuola umbra tardo tecentesco, che il fondatore della Confraternita Quintilio Vannicelli scelse come immagine della Madonna delle Gioie portandola con sé nel suo trasferimento da Lugnano in Teverina ed è ora parte integrante del tessuto artistico della chiesa Damasiana.